giovedì 26 maggio 2011

"Bianca"






"Hai troppo sole? Poco sole? Cosa vuoi? Più acqua? Meno acqua?
PERCHE' NON PARLI?"


In una delle tante scene in cui Moretti riesce a mostrare la sua più eccentrica genialità, rivedo me stessa e la mia vita, come anche me stessa e le persone con cui non vado d'accordo, o me stessa e la mia vita da studentessa.


Sono tante le situazioni in cui, dopo averle provate tutte con una persona, o una situazione, non troviamo risposta alla domanda "cosa vuoi?", ma soprattutto: "perché non parli??"


Scommetto che Gianni ci ha messo impegno nella cura di quella pianta. Eppure lei si ostina a non migliorare.


Eppure non è quello il vaso che decide (in modo del tutto impulsivo) di gettare dal balcone. Getta la pianta sana, quella con cui l'impresa è già riuscita.


Riuscite anche voi ad immedesimarvi in lui? In quali situazioni?
PERCHE' NON PARLATE? 

3 commenti:

  1. Bello spunto di riflessione. È vero, spesso avrei voglia di urlare un bel che cazzo vuoi, ma non lo faccio quasi mai. E a volte mi capita di rassegnarmi e accettare il silenzio dell'altro. È un bene? O un male? Mah, spero solo di non lanciare mai il vaso con la pianta sana..

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  2. Credo che il gettare la pianta sana non voglia necessariamente dire "buttare via", ma può essere simbolicamente concepito come un "mettere da parte".
    Le imprese che abbiamo già compiuto non sono interessanti, se non per ricordarci ogni tanto quanto potenti possiamo essere.
    Possono inoltre rappresentare un rischio, ovvero quello di tenerci attaccati a un successo statico che ci impedisce l'evoluzione, tenendoci seduto su un trono polveroso con in testa una corona di alloro ammuffito.
    Le imprese da compiere, quelle dovrebbero attirare la nostra attenzione.
    Quella pianta è DIFFICILE da coltivare. Questo la rende unica, e rende unica l'impresa di Gianni.

    Non so se è un bene o un male accettare il silenzio dell'altro.
    Ogni tanto un bello sfogo è utile, sempre che non sia eccessivamente distruttivo!

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  3. Sembrerà un commento un po' strambo,ma a volte io vedo me stessa sia in Gianni che nella pianta...ogni volta che non so cosa voglio,o che cambio umore troppo facilmente,che mi sembra di sfuggire ai miei stessi principi,e me la prendo con me stessa,stile quasi "doppia personalità".Per quanto riguarda il rapporto con gli altri io sono per il parlare,anche se significare arrivare a discutere in modo acceso,ma quando ci sono incomprensioni il silenzio secondo me è soltanto deleterio,si accumulano cose non dette,aumentano gli equivoci,e lentamente ci si allontana finchè diventa troppo tardi anche solo per parlare.Meglio gridare la nostra voglia di capirci!:)
    "Quella pianta è DIFFICILE da coltivare. Questo la rende unica, e rende unica l'impresa di Gianni." Sono d'accordo,il gesto di buttare la pianta sana piuttosto che quella "difficile" è un chiaro "io non mi arrendo,io non ti mollo",è fin troppo facile scegliere solo ciò che ci riesce subito bene,così come circondarsi solo delle persone che sono identiche a noi e quindi facili da capire...

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