sabato 8 ottobre 2011

Occhio fuso.

Finalmente esco dalla logica degli sfondi congelati per lanciarmi in un qualcosa creato da me. Un po' come ho fatto con questo post, il giorno in cui decisi di iniziare a scrivere qualcosa piuttosto che farmi cassa di risonanza di parole non mie.
Ho scattato questa foto a Valencia tempo fa, e fino a poco fa credevo che non sarebbe mai servita a niente.

sabato 25 giugno 2011

Assignment 4 (al 2 ho già provveduto, al 3 rimedierò con calma)

Social bookmarking. Non ne avevo mai sentito parlare. Metodi di organizzazione come questo o altri programmi (si chiamano così? non credo) come Dropbox (su cui ho chiesto delucidazioni al prof un po' di tempo fa, anche questa era materia oscura per me) mi fanno capire quanto col passare del tempo si debba soddisfare l'esigenza di portarsi ovunque nel mondo il proprio computer senza appesantirsi di un grammo.
E' come se nell'universo telematico, da qualche parte, ci fosse la mia valigia di siti preferiti a cui posso accedere da qualunque computer.
Un tempo per fare ciò ero costretta a auto-inviarmi delle email con i file di cui avevo bisogno, hotmail era in qualche modo il mio dropbox. Devo dire però che così va molto meglio.
Delicious, inoltre, mi permette di usare il metodo delle etichette. Quello dei tags è un sistema incredibile che ho imparato ad utilizzare durante uno stage alla Biblioteca del Museo di Storia della Scienza.
Quello del bibliotecario è davvero un lavoraccio, ma l'informatica, il metodo delle tags e delle "nuvolette" ha cambiato la vita di ogni biblioteca, nonché quella del suo pubblico.
Esattamente come avviene in delicious, ad ogni libro si associano una serie di tags. Non più solo titolo e autore, quindi. Trovare i libri (e i siti) è molto più semplice.

mercoledì 22 giugno 2011

Assignment 1

Reduce dal fatidico esame di Istologia, con un piede nello stato d'animo vacanziero (perché vi sia anche l'altro c'è bisogno che anche gli amici escano dal fantomatico "periodo esami") cerco di mantenere la promessa che mi ero fatta: occuparmi dei famigerati Assignment.
Ripartiamo quindi dal numero 1: feed RSS.
Quando venne proposto dal Prof, creai subito la mia pagina Google Reader e vi inserii subito i feed sia della blogclasse che dei siti che seguo di più.
Ciò che non feci fu scrivere un post in cui parlavo di come avevo fatto, e qui cerco di rimediare.
I siti da me scelti sono molti, ma mi preme segnalarne in particolar modo due:

1) il primo sito vorrei spiegarvi come seguire è TED: Ideas Worth Spreading. Si tratta di un sito di raccolta di conferenze che si tengono ogni anno in California e, recentemente, ogni due anni in altre città del mondo. Cliccando qui troverete ciò che wikipedia ha da dire a riguardo.
Sono conferenze che vertono su temi di vario genere, alcune sono particolarmente interessante, altre molto divertenti. Per seguire Ted vi sarà sufficiente recarvi nella parte in basso a sinistra della pagina iniziale, dove troverete il link "Get TEDTalks via RSS feeds"

2) il secondo sito che vi invito a seguire è SenzAtomica. Vi ho già parlato a lungo di questa campagna in un post precedente. Tenersi informati sugli aggiornamenti del sito ci permette di conoscere quali sono i piccoli passi quotidiani per avvicinarci al disarmo nucleare. Vengono inoltre pubblicati dal sito molti video veramente interessanti. Per seguirlo, è sufficiente anche in questo caso recarsi nella zona in basso a sinistra della prima pagina. Qui, insieme ai loghi di Facebook, YouTube e Twitter potrete trovare il fatidico logo arancione.

giovedì 26 maggio 2011

"Bianca"






"Hai troppo sole? Poco sole? Cosa vuoi? Più acqua? Meno acqua?
PERCHE' NON PARLI?"


In una delle tante scene in cui Moretti riesce a mostrare la sua più eccentrica genialità, rivedo me stessa e la mia vita, come anche me stessa e le persone con cui non vado d'accordo, o me stessa e la mia vita da studentessa.


Sono tante le situazioni in cui, dopo averle provate tutte con una persona, o una situazione, non troviamo risposta alla domanda "cosa vuoi?", ma soprattutto: "perché non parli??"


Scommetto che Gianni ci ha messo impegno nella cura di quella pianta. Eppure lei si ostina a non migliorare.


Eppure non è quello il vaso che decide (in modo del tutto impulsivo) di gettare dal balcone. Getta la pianta sana, quella con cui l'impresa è già riuscita.


Riuscite anche voi ad immedesimarvi in lui? In quali situazioni?
PERCHE' NON PARLATE? 

sabato 16 aprile 2011

Com_passione

"Tutte le lingue che derivano dal latino formano la parola compassione col prefisso «com-» e la radice passio che significa originariamente «sofferenza». In altre lingue, ad esempio in ceco, in polacco, in tedesco, in svedese, questa parola viene tradotta con un sostantivo composto da un prefisso con lo stesso significato seguito dalla parola «sentimento» (in ceco: sou-cit; in polacco współ-czucie; in tedesco: Mit-gefühl; in svedese: med-känsla). 
Nelle lingue derivate dal latino, la parola compassione significa: non possiamo guardare con indifferenza le sofferenze altrui; oppure: partecipiamo al dolore di chi soffre. Un'altra parola dal significato quasi identico, pietà (inglese pity, francese pitié, ecc.) suggerisce persino una sorta di indulgenza verso colui che soffre. Aver pietà di una donna significa che siamo superiori a quella donna, che ci chiniamo, ci abbassiamo al suo livello. 
È per questo che la parola compassione generalmente ispira diffidenza; designa un sentimento ritenuto mediocre, di second'ordine, che non ha molto a che vedere con l'amore. Amare qualcuno per compassione significa non amarlo veramente. 
Nelle lingue che formano la parola compassione non dalla radice «sofferenza» (passio) bensì dal sostantivo «sentimento», la parola viene usata con un significato quasi identico, ma non si può dire che indichi un sentimento cattivo o mediocre. La forza nascosta della sua etimologia bagna la parola di una luce diversa e le dà un senso più ampio: avere compassione (co-sentimento) significa vivere insieme a qualcuno la sua disgrazia, ma anche provare insieme a lui qualsiasi altro sentimento: gioia, angoscia, felicità, dolore. Questa compassione (nel senso di soucit, współczucie, Mitgefühl, medkänsla) designa quindi la capacità massima di immaginazione affettiva, l'arte della telepatia delle emozioni. Nella gerarchia dei sentimenti è il sentimento supremo." 


Milan Kundera "L'insostenibile leggerezza dell'essere

mercoledì 23 marzo 2011

Trasformare lo spirito umano.

Sabato 26 marzo è il giorno dell'inaugurazione della mostra "SenzAtomica- Trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari".


E' bene sapere che questa mostra non è che la punta dell'iceberg di una campagna di sensibilizzazione che l'associazione buddista laica Soka Gakkai sta portando avanti sin dal 1957, quando l'allora presidente Josei Toda, davanti a un pubblico di circa cinquantamila giovani, dichiarò che l'obiettivo di eliminare tutte le armi nucleari costituiva la principale indicazione per i suoi successori. 


Due anni prima, il 9 luglio 1955, a Londra veniva presentato il più importante documento di denuncia mai scritto sulla minaccia rappresentata dalle armi nucleari per il genere umano: il Manifesto Russel-Einstein.


Questo manifesto, sottoscritto da fisici del calibro di Born, Curie, Pauling, Rotblat,  invita a "cominciare a pensare in una nuova maniera". 


Si afferma inoltre: "[...]Si è proclamato con una certa autorevolezza che ora si può costruire una bomba 2.500 volte più potente di quella che ha distrutto Hiroshima. Una tale bomba, se esplodesse vicino al suolo terrestre o sott’acqua, emetterebbe particelle radioattive nell’atmosfera. Queste ricadono giù gradualmente e raggiungono la superficie terrestre sotto forma di polvere o pioggia mortifera. E’ stata questa polvere che ha contaminato i pescatori giapponesi e i loro pesci. Nessuno sa quanto queste particelle radioattive possano diffondersi nello spazio, ma autorevoli esperti sono unanimi nel dire che una guerra con bombe‐H potrebbe eventualmente porre fine alla razza umana. Si teme che, se molte bombe‐H fossero lanciate, potrebbe verificarsi uno sterminio universale, rapido solo per una minoranza, ma per la maggioranza una lenta tortura di malattie e disgregazione."


Non tutti sanno che Albert Einstein fu, suo malgrado, la causa della celerità con cui vennero effettuati gli esperimenti inerenti al Progetto Manhattan. Tale progetto ebbe luogo a Los Alamos (New Mexico) a partire dal 1939, anno in cui Einstein scrisse all'allora presidente degli USA Roosvelt, consigliandogli di accelerare e finanziare le ricerche in questo campo. Tale presa di posizione da parte dello scienziato era dettata dalla consapevolezza degli esperimenti che i nazisti stavano facendo, al fine di produrre la bomba atomica. La sensazione di paura e ansia per la possibilità che un simile ordigno cadesse nelle mani dei nazisti fece sì che egli scrivesse al presidente americano, senza immaginare quali potessero essere le conseguenze delle sue azioni.
Quando si scoprì che i nazisti avevano abbandonato il progetto, ritenendo la sua realizzazione impossibile, era ormai troppo tardi.
Einstein passò l'ultima decade della sua vita cercando di convincere la comunità internazionale a muoversi in direzione di un disarmo nucleare.


Un altro dei firmatari del Manifesto Russel-Einstein, Joseph Rotblat, visse un'esperienza memorabile. Polacco e di origini ebree, di famiglia caduta in miseria a causa degli eventi della Prima Guerra Mondiale, vinse una borsa di studio per un laboratorio di Liverpool nel '39. Lasciando la Polonia, sfuggì alla sorte degli ebrei polacchi, quasi completamente sterminati. Non poteva sopportare l'idea che la scienza diventasse schiava della guerra, ma gli era altrettanto ostica la consapevolezza che i nazisti sarebbero stati  presto padroni dell'ordigno più potente al mondo. Si decise a lavorare alla bomba solo ed esclusivamente con la finalità di "prevenire il suo uso" da parte di Hitler, qualora i nazisti lo avessero mai realizzato.
Quando venne a sapere dall'agenzia di spionaggio che i tedeschi avevano interrotto il loro programma atomico si rese conto di non avere più alcuna ragione di rimanere al laboratiorio di Los Alamos, e inoltrò la richiesta di tornare in Inghilterra. 
La sera del 6 agosto 1945 (giorno del bombardamento sulla città di Hiroshima) fu la BBC a informarlo del proseguimento degli esperimenti del Progetto Manhattan.




Ecco dunque due diverse esperienze da una parte della cortina. Dall'altra, troviamo migliaia di Hibakusha (sopravvissuti alle bombe) che portano sulle spalle esperienze agghiaccianti. 
Uno di questi, il Sig. Shigeru Nonoyama, ha deciso di utilizzare la propria vita al fine di raccontare al maggior numero di persone possibile la sua esperienza. Il 6 agosto del 1945 era un adolescente in una città afosa che si rinfrescava e giocava in un fiume. Fu l'acqua a salvarlo. Prima che diventasse un bollente, Nonoyama vi si immerse completamente, riparandosi da una certa quantità di radiazioni. Suo nipote era con lui quel giorno, ma giocava su un tronco galleggiante. L'acqua non lo riparò a sufficienza dalle radiazioni: morì il giorno dopo.
Hiroshima e Nagasaki erano brandelli di pelle. Uomini-fantasmi alla ricerca di familiari e amici. Vermi e ferite putrefatte. Rovine.


Poco tempo fa, ho avuto la fortuna di incontrare quest'uomo. Le prime parole che sono uscite dalla sua bocca quel giorno furono "Diventa ciò che vuoi essere".


Durante un'esplosione nucleare, ha luogo un fenomeno chiamato "fallout". Vaste quantità di terra e acqua sollevate, che si concentrano poi in una nuvola radioattiva. La ricaduta (da qui il nome) delle materie più pesanti avviene nelle ore successive. Quelle più leggere, come le particelle radioattive più piccole, ricadono nel corso degli anni successivi, anche a migliaia di chilometri di distanza.


Le particelle radioattive provocano malattie mortali come il cancro.


Cerchiamo di non limitarci a pensare che "due bombe, in fin dei conti, non possono aver generato grandi quantità di particelle radioattive".
Tra il 1946 al 1996 si calcola che siano state effettuate nel mondo circa 2'400 esplosioni. Quasi una a settimana, per cinquant'anni.


Il discepolo e di Josei Toda è Daisaku Ikeda, l'attuale presidente della Soka Gakkai Internazionale. Ogni anno Ikeda invia all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (che l'ha insignito nel 1983 di un premio per la Pace) una Proposta di Pace.
Dopo aver istituito nel 2006 il Decennio dei popoli per l'abolizione del nucleare, nella Proposta dell'8 settembre 2009 Ikeda si fa promotore di un movimento per la stesura di una "dichiarazione per l'abolizione del nucleare da parte della popolazione mondiale" da sottoporre all'Assemblea Generale dell'ONU entro il 2015.


Ecco dunque da cosa nasce la campagna "SenzAtomica-Trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari".


Trasformare lo spirito umano non significa imporre il proprio desiderio sul disarmo a chi la pensa diversamente da noi.
Significa dialogare, capire cosa porta le persone ad affidarsi al paradosso secondo cui la nostra sicurezza è basata su uno strumento in grado di distruggere il pianeta.


L'Italia in questo momento è sede di 90 testate nucleari, di cui 50 ad Aviano (Friuli Venezia Giulia), 40 a Ghedi Torre (Lombardia). Nel 2005 è stata confermata la presenza di sommergibili a propulsione e armamento nucleare a La Maddalena (Sardegna) e Santo Stefano, dove si trova anche la USS-Emory S. Land, che ospita 34 missili a testata nucleare.


Una dose fortemente letale di radiazione contiene una quantità di energia non superiore al calore sprigionato da una tazzina di caffè, ma il danno a carico del nostro codice genetico può compromettere e uccidere le cellule, essere trasmesso alla generazione successiva e provocare il cancro, anche a distanza di decine di anni.


Barack Obama, nel discorso pronunciato a Praga nell'aprile del 2009, ha sottolineato la responsabilità morale che hanno gli Stati Uniti per essere stati l'unico paese ad aver concretamente usato un'arma nucleare, e ha espresso la sua determinazione a rendere possibile un mondo senza armi nucleari.


Ritengo che quella responsabilità morale appartenga ad ognuno di noi. 


Partecipare a questa campagna non è difficile: il primo grande passo è informarsi, il successivo è informare.


Visitate la mostra, sarà aperta dal 26 marzo al 16 aprile, tutti i giorni dalle 9°° alle 22°°, venerdì e sabato fino alle 23°°, presso il complesso "Le Pagliere", Viale Machiavelli 24, Firenze.









domenica 13 marzo 2011

Ecco il testo di una domanda “bonus” di chimica posta all’università di Nanterre .


La risposta di uno studente è stata così strana che il Professore l’ha condivisa con i suoi colleghi, via Internet, ed è per questo che voi avete il piacere di leggerla…
Domanda bonus: “L’Inferno è esotermico o endotermico?” (esotermico: emette calore – endotermico: assorbe calore)

I più hanno risposto utilizzando la legge di Boyle (quando un gas si dilata la sua temperatura diminuisce e viceversa) o le sue varianti. 

Al contrario uno studente ha risposto come segue: 

Prima di tutto dobbiamo conoscere come varia la massa dell’inferno col passare del tempo. Dobbiamo cioè sapere a quale ritmo le anime entrano ed escono dall’inferno.
Penso che possiamo assumere senza alcun rischio che le anime, una volta entrate, non ne usciranno più.
Dunque per il calcolo del numero delle anime nell’inferno dobbiamo guardare il funzionamento delle differenti religioni che esistono nel mondo oggi. La maggior parte delle religioni afferma che se non siete membri della loro religione andrete all’inferno. Dato che esiste più di una religione che esprime questa regola e dato che le persone non appartengono a più religioni contemporaneamente,
possiamo dedurre che tutte le anime andranno all’inferno.
Ora guardiamo la velocità con la quale cambia il volume dell’inferno, perché la legge di Boyle specifica che “per mantenere costante la pressione e la temperatura all’inferno, questo si deve dilatare in modo proporzionale all’entrata delle anime”.
E’ possibile, quindi, fare due ipotesi:
a) Se l’inferno si dilata a una velocità minore rispetto all’entrata delle anime, allora la temperatura e lapressione aumenteranno indefinitamente fino all’esplosione dell’inferno stesso.
b) Se l’inferno si dilata a una velocità superiore rispetto alla velocità con la quale le anime entrano, allora la temperatura diminuirà fino al totale congelamento.
Quale scegliere?
Se accettiamo il postulato della mia compagna di corso Jessica durante il primo anno di studi “Farà freddo all’inferno prima che io faccia sesso con te!” e tenendo conto del fatto che ho fatto sesso con lei la notte scorsa, allora la seconda ipotesi deve essere vera. Così io sono sicuro che l’inferno è esotermico ed è già gelido. Il corollario di questa teoria è che siccome l’inferno è già gelato, ne consegue che non accetta più anime e quindi cessa di esistere…lasciando così da solo il paradiso e provando l’esistenza di un Essere Divino che spiega perché, la notte scorsa, Jessica non la smetteva di gridare “Ohhh… mio Dio!”