mercoledì 23 marzo 2011

Trasformare lo spirito umano.

Sabato 26 marzo è il giorno dell'inaugurazione della mostra "SenzAtomica- Trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari".


E' bene sapere che questa mostra non è che la punta dell'iceberg di una campagna di sensibilizzazione che l'associazione buddista laica Soka Gakkai sta portando avanti sin dal 1957, quando l'allora presidente Josei Toda, davanti a un pubblico di circa cinquantamila giovani, dichiarò che l'obiettivo di eliminare tutte le armi nucleari costituiva la principale indicazione per i suoi successori. 


Due anni prima, il 9 luglio 1955, a Londra veniva presentato il più importante documento di denuncia mai scritto sulla minaccia rappresentata dalle armi nucleari per il genere umano: il Manifesto Russel-Einstein.


Questo manifesto, sottoscritto da fisici del calibro di Born, Curie, Pauling, Rotblat,  invita a "cominciare a pensare in una nuova maniera". 


Si afferma inoltre: "[...]Si è proclamato con una certa autorevolezza che ora si può costruire una bomba 2.500 volte più potente di quella che ha distrutto Hiroshima. Una tale bomba, se esplodesse vicino al suolo terrestre o sott’acqua, emetterebbe particelle radioattive nell’atmosfera. Queste ricadono giù gradualmente e raggiungono la superficie terrestre sotto forma di polvere o pioggia mortifera. E’ stata questa polvere che ha contaminato i pescatori giapponesi e i loro pesci. Nessuno sa quanto queste particelle radioattive possano diffondersi nello spazio, ma autorevoli esperti sono unanimi nel dire che una guerra con bombe‐H potrebbe eventualmente porre fine alla razza umana. Si teme che, se molte bombe‐H fossero lanciate, potrebbe verificarsi uno sterminio universale, rapido solo per una minoranza, ma per la maggioranza una lenta tortura di malattie e disgregazione."


Non tutti sanno che Albert Einstein fu, suo malgrado, la causa della celerità con cui vennero effettuati gli esperimenti inerenti al Progetto Manhattan. Tale progetto ebbe luogo a Los Alamos (New Mexico) a partire dal 1939, anno in cui Einstein scrisse all'allora presidente degli USA Roosvelt, consigliandogli di accelerare e finanziare le ricerche in questo campo. Tale presa di posizione da parte dello scienziato era dettata dalla consapevolezza degli esperimenti che i nazisti stavano facendo, al fine di produrre la bomba atomica. La sensazione di paura e ansia per la possibilità che un simile ordigno cadesse nelle mani dei nazisti fece sì che egli scrivesse al presidente americano, senza immaginare quali potessero essere le conseguenze delle sue azioni.
Quando si scoprì che i nazisti avevano abbandonato il progetto, ritenendo la sua realizzazione impossibile, era ormai troppo tardi.
Einstein passò l'ultima decade della sua vita cercando di convincere la comunità internazionale a muoversi in direzione di un disarmo nucleare.


Un altro dei firmatari del Manifesto Russel-Einstein, Joseph Rotblat, visse un'esperienza memorabile. Polacco e di origini ebree, di famiglia caduta in miseria a causa degli eventi della Prima Guerra Mondiale, vinse una borsa di studio per un laboratorio di Liverpool nel '39. Lasciando la Polonia, sfuggì alla sorte degli ebrei polacchi, quasi completamente sterminati. Non poteva sopportare l'idea che la scienza diventasse schiava della guerra, ma gli era altrettanto ostica la consapevolezza che i nazisti sarebbero stati  presto padroni dell'ordigno più potente al mondo. Si decise a lavorare alla bomba solo ed esclusivamente con la finalità di "prevenire il suo uso" da parte di Hitler, qualora i nazisti lo avessero mai realizzato.
Quando venne a sapere dall'agenzia di spionaggio che i tedeschi avevano interrotto il loro programma atomico si rese conto di non avere più alcuna ragione di rimanere al laboratiorio di Los Alamos, e inoltrò la richiesta di tornare in Inghilterra. 
La sera del 6 agosto 1945 (giorno del bombardamento sulla città di Hiroshima) fu la BBC a informarlo del proseguimento degli esperimenti del Progetto Manhattan.




Ecco dunque due diverse esperienze da una parte della cortina. Dall'altra, troviamo migliaia di Hibakusha (sopravvissuti alle bombe) che portano sulle spalle esperienze agghiaccianti. 
Uno di questi, il Sig. Shigeru Nonoyama, ha deciso di utilizzare la propria vita al fine di raccontare al maggior numero di persone possibile la sua esperienza. Il 6 agosto del 1945 era un adolescente in una città afosa che si rinfrescava e giocava in un fiume. Fu l'acqua a salvarlo. Prima che diventasse un bollente, Nonoyama vi si immerse completamente, riparandosi da una certa quantità di radiazioni. Suo nipote era con lui quel giorno, ma giocava su un tronco galleggiante. L'acqua non lo riparò a sufficienza dalle radiazioni: morì il giorno dopo.
Hiroshima e Nagasaki erano brandelli di pelle. Uomini-fantasmi alla ricerca di familiari e amici. Vermi e ferite putrefatte. Rovine.


Poco tempo fa, ho avuto la fortuna di incontrare quest'uomo. Le prime parole che sono uscite dalla sua bocca quel giorno furono "Diventa ciò che vuoi essere".


Durante un'esplosione nucleare, ha luogo un fenomeno chiamato "fallout". Vaste quantità di terra e acqua sollevate, che si concentrano poi in una nuvola radioattiva. La ricaduta (da qui il nome) delle materie più pesanti avviene nelle ore successive. Quelle più leggere, come le particelle radioattive più piccole, ricadono nel corso degli anni successivi, anche a migliaia di chilometri di distanza.


Le particelle radioattive provocano malattie mortali come il cancro.


Cerchiamo di non limitarci a pensare che "due bombe, in fin dei conti, non possono aver generato grandi quantità di particelle radioattive".
Tra il 1946 al 1996 si calcola che siano state effettuate nel mondo circa 2'400 esplosioni. Quasi una a settimana, per cinquant'anni.


Il discepolo e di Josei Toda è Daisaku Ikeda, l'attuale presidente della Soka Gakkai Internazionale. Ogni anno Ikeda invia all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (che l'ha insignito nel 1983 di un premio per la Pace) una Proposta di Pace.
Dopo aver istituito nel 2006 il Decennio dei popoli per l'abolizione del nucleare, nella Proposta dell'8 settembre 2009 Ikeda si fa promotore di un movimento per la stesura di una "dichiarazione per l'abolizione del nucleare da parte della popolazione mondiale" da sottoporre all'Assemblea Generale dell'ONU entro il 2015.


Ecco dunque da cosa nasce la campagna "SenzAtomica-Trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari".


Trasformare lo spirito umano non significa imporre il proprio desiderio sul disarmo a chi la pensa diversamente da noi.
Significa dialogare, capire cosa porta le persone ad affidarsi al paradosso secondo cui la nostra sicurezza è basata su uno strumento in grado di distruggere il pianeta.


L'Italia in questo momento è sede di 90 testate nucleari, di cui 50 ad Aviano (Friuli Venezia Giulia), 40 a Ghedi Torre (Lombardia). Nel 2005 è stata confermata la presenza di sommergibili a propulsione e armamento nucleare a La Maddalena (Sardegna) e Santo Stefano, dove si trova anche la USS-Emory S. Land, che ospita 34 missili a testata nucleare.


Una dose fortemente letale di radiazione contiene una quantità di energia non superiore al calore sprigionato da una tazzina di caffè, ma il danno a carico del nostro codice genetico può compromettere e uccidere le cellule, essere trasmesso alla generazione successiva e provocare il cancro, anche a distanza di decine di anni.


Barack Obama, nel discorso pronunciato a Praga nell'aprile del 2009, ha sottolineato la responsabilità morale che hanno gli Stati Uniti per essere stati l'unico paese ad aver concretamente usato un'arma nucleare, e ha espresso la sua determinazione a rendere possibile un mondo senza armi nucleari.


Ritengo che quella responsabilità morale appartenga ad ognuno di noi. 


Partecipare a questa campagna non è difficile: il primo grande passo è informarsi, il successivo è informare.


Visitate la mostra, sarà aperta dal 26 marzo al 16 aprile, tutti i giorni dalle 9°° alle 22°°, venerdì e sabato fino alle 23°°, presso il complesso "Le Pagliere", Viale Machiavelli 24, Firenze.









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